Questa linea di scarpe è frutto della collezione d’esordio della stilista ungherese Julia Kaldy, laureata al Moholy-Nagy University of Arts And Design di Budapest. Il progetto si ispira ad una precedente sperimentazione che la designer face alla DKDS di Copenahgen.
I suoi lavori sono definiti scarpe scultura, lo studio della forma, dei materiali si fonde con un aspetto concettuale molto radicato. Le sue scarpe danno sensazioni. E non cadono nello stereotipo dell’eccesso spesso tipico di alcuni designer che sviluppano delle calzature all’estremo della portabilità, tentando in qualche modo di stupire o scioccare con creazioni molto elaborate “ riempite” con dettagli e materiali di ogni genere.
Il minimalismo della Klady mi ha stupito, è riuscita a fare delle scarpe “monumentali” e di impatto concentrandosi maggiormente sulle dimensioni, lasciando da parte, in un primo momento, tutto il resto. Vediamo infatti, le misure delle zeppe innaturalmente alte e massicce, come se si imponessero sul terreno che calpestano, il legno utilizzato come materiale base, calca ancora di più questo aspetto. Alla struttura lignea si aggiungono strisce di cavallino o cuoio, sovrapposizioni di vari strati di scamosciato, che riprendono sempre figure geometriche.
Il fatto che Julia Kaldy “ giochi” con le forme, sta ad evidenziare come la scarpa influenzi le proporzioni del nostro corpo, come in questo caso, dove la zeppa va quasi a deformare l’insieme, creando come una sproporzione.
Anche l’aspetto cromatico è interessante, viene abbinato al colore beige e marrone chiaro della pelle e del legno un rosso amaranto molto accesso, che crea un contrasto vivace in opposizione, ma non troppo, alla linea molto statica dei modelli. La tecnica del bicolor, viene utilizzata molto spesso, solo in certi modelli ne sono presenti tre, che seguono comunque linee essenziali e geometriche.
ENGLISH VERSION:
This shoe line is the result of the debut collection of designer Julia Kaldy Hungarian, graduated from the Moholy-Nagy University of Arts And Design in Budapest. The project was inspired by a previous trial that the designers face the DKDS in Copenhagen.
His work has defined sculpture shoes, the study of form, material combined with a conceptual aspect deeply entrenched. His shoes give sensations. And do not fall into the stereotype of excess often typical of some of the footwear designers who develop, somehow trying to surprise or shock with very elaborate creations "filled" with details and materials of all kinds.
The minimalism of Klady amazed me, was able to make shoes "monumental" and focusing more on the impact of size, setting aside, at first, everything else. We see in fact, measures of unnaturally high wedges and massive, as if we impose on the ground beneath their feet, the wood used as a base material, the crowd even more this aspect. The structural timber or add strips of leather, suede overlays of various layers, which include more geometric figures.
Julia Kaldy games with the forms, is emphasizes how the shoe affects the proportions of our bodies, as in this case, where the wedge goes almost to deform the whole, as creating an imbalance.
Even the color appearance is interesting, it is paired with beige and light brown skin and red amaranth wood a very active, which creates a vivid contrast in opposition, but not too much static on the line models. The two-tone technique, is used very often, only in some models, they are three that follow, however, clean lines and geometric.